Bitcoin in azienda: cosa dice il fisco e come si registrano in bilancio
Dal punto di vista fiscale
Tenere Bitcoin non fa pagare tasse (finché non li usi o vendi)
Se un’azienda — che sia una ditta individuale o una società — si limita a possedere Bitcoin, senza venderli o spenderli, non deve pagare tasse su quel valore. Anche se il prezzo dei Bitcoin sale, quel guadagno “sulla carta” non conta per il fisco. Dal 2023, la legge italiana lo dice chiaramente: le variazioni di valore dei Bitcoin alla fine dell’anno non vanno messe nel calcolo del reddito imponibile, anche se in bilancio (per motivi contabili) si decidesse di segnare quel valore più alto.
Il guadagno si tassa solo quando lo “realizzi”
In pratica, il fisco interviene solo quando l’azienda fa qualcosa di concreto: vende i Bitcoin e incassa soldi, oppure li usa per comprare qualcosa di utile all’attività (es. un macchinario pagato in BTC). Solo in quel momento si calcola se c’è stato un guadagno o una perdita, e su quello si pagano le tasse.
Attenzione: Solo se sei un PRIVATO, c’è un’altra tassa da pagare comunque
Anche se non si vendono i Bitcoin, ogni anno bisogna pagare un’imposta patrimoniale (tipo una “tassa di possesso”) pari allo 0,2% del loro valore di mercato alla fine dell’anno. Questa tassa non dipende dal guadagno, ma semplicemente dal fatto che li possiedi.
Cosa devi dichiarare?
Dipende dal tipo di azienda
- Se sei un imprenditore individuale: devi indicare i tuoi Bitcoin nel quadro RW della dichiarazione dei redditi, sia per monitorarli che per calcolare l’imposta patrimoniale.
- Se hai una società (Srl, Spa, ecc.): non c’è il quadro RW, ma devi compilare il quadro RQ, dove dichiari valore, percentuale di proprietà e giorni di possesso, per calcolare correttamente la tassa.
In bilancio: come si registrano i Bitcoin?
Nessuna regola ufficiale, solo interpretazioni !
In Italia non esiste una legge precisa che dica come mettere i Bitcoin in bilancio. Quindi le indicazioni che seguono sono basate su opinioni di esperti e prassi comuni, non su norme vincolanti.
Dove metterli? Dipende da come li usi:
Se li tieni come investimento a lungo termine → li puoi considerare “immobilizzazioni immateriali”, come un brevetto o un software. Li registri al costo di acquisto e, se perdono valore in modo definitivo, devi svalutarli.
Se li tieni per venderli a breve → alcuni suggeriscono di trattarli come “attività finanziarie a breve”, cioè come titoli che giri velocemente. Ma attenzione: questo vale solo se la tua azienda non fa trading di cripto come attività principale.
Se fai trading di Bitcoin come business → allora vanno messi tra le “rimanenze”, come la merce in magazzino. In questo caso, alla fine dell’anno li devi valutare al minore tra costo d’acquisto e valore di mercato. Puoi usare metodi come FIFO, LIFO o costo medio.
Non puoi considerarli “contanti”
Anche se sembrano soldi digitali, i Bitcoin non sono valuta legale. Quindi non puoi metterli in bilancio come “cassa” o “liquidità”. Chi accetta Bitcoin lo fa per scelta, non per obbligo di legge.
In sintesi: possedere Bitcoin in azienda non crea tasse automatiche, ma richiede attenzione nella dichiarazione annuale e nella registrazione in bilancio, che va fatta in base all’uso che ne fai.
NB: Le norme e le leggi variano in continuazione, per cui il contenuto del testo sopra potrebbe essere non aggiornato, è sempre buona norma chiedere informazioni e conferme al proprio commercialista.